Qui in Val di Sole, basta uscire dal MONROC per capirlo: il paesaggio non si osserva soltanto, si attraversa. Scorrono torrenti impetuosi sotto i larici, salgono sentieri tra i mughi, si aprono crinali tra le pietraie. Ogni elemento ha un suo carattere, una voce precisa. L’acqua della Val Meledrio è vitale, libera, tagliente.
I pascoli sotto la Presanella sono morbidi e pazienti. Le creste che portano verso il Cevedale, invece, parlano di sfida, di quota, di coraggio.
È da questi paesaggi che nasce la nostra carta dei vini. Non aspettarti regioni, denominazioni o vitigni replicati all’infinito. Ma un nuovo modo di leggere la montagna.
IL TORRENTE / Scende dalla montagna con energia, scintillante e inarrestabile. Ha la freschezza dell’aria sottile, la spinta di una giornata che inizia. Ti sorprende, ti bagna il viso, ti sveglia. E ti fa sorridere. Frizzante, vitale, impulsivo. Come l’acqua fredda che scende dalle cime. Qui trovano spazio le bollicine e bianchi vivaci che aprono la via, accendono l’appetito e celebrano l’istante.
IL SENTIERO / Dalla Valpiana al Lago delle Malghette, il sentiero è sempre lì: ti accompagna, si lascia percorrere, ti concede pause e orizzonti. È l’alleato di ogni esploratore, il tracciato che conosci ma che ogni volta ti regala qualcosa di nuovo. Vini semplici, schietti, mai banali. Comodi da bere, ma mai prevedibili. Quelli che metti nello zaino ogni giorno, perché sai che non ti tradiranno.
IL CRINALE / Sopra il Passo Cercen, la montagna cambia voce. Il bosco lascia spazio alla pietra, al vento, all’imprevisto. Il crinale è fatica e precisione, ma anche libertà e respiro. È il regno di chi osa. Produzioni eroiche. Vini verticali, coltivati con coraggio. Nascono in condizioni estreme e ti portano lontano, oltre la soglia del consueto. Ogni sorso è un passo fuori sentiero.
IL DIEDRO / Come un versante roccioso della Val di Rabbi, che si fa severo dopo un tornante di quiete. Il diedro è profondità, tensione, racconto. Ti chiede attenzione, e ti premia con dettagli che resistono nel tempo. Stratificati, intensi, profondi. Richiedono ascolto, e lo ripagano. Perfetti per chi ama i racconti lunghi, i tannini decisi e la lentezza che seduce.
LA VIA / Non sempre esiste una traccia. A volte la devi inventare. Come nei canaloni della Val Saent o tra le rocce più esposte della Val Nardis. La via è intuizione, coraggio, scoperta. Innovazione, intuizione, visione. Qui ci sono i vignaioli che tracciano nuove rotte. I vini di chi osa, sperimenta, rischia. E spesso vince.
LA CIMA / Arrivare in vetta, magari alla Presanella o al Corno di Cei, è silenzio e vastità. Il cuore rallenta, la mente si apre. Tutto si ricompone. La cima è celebrazione, rispetto, verità. Vini monumentali. I giganti. Quelli che apri per celebrare, o per riconoscere che sì, sei arrivato in alto. Un sorso che vale come una vetta.